30 Crediti Formativi ECM
Accreditato per tutte le professioni sanitarie
Evento Nr. 432540
Disponibile dal 21/10/2024 al 20/10/2025
Con la definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, “stato di benessere fisico, psichico e sociale e non la semplice assenza di malattia” e con l’art.32 della Costituzione della Repubblica Italiana che “tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, abbiamo assistito ad un importante cambiamento del concetto di salute. Fu solo la fine del novecento, però, a caratterizzare un concetto di salute che differisce a seconda che la persona sia un uomo o una donna. Si fa risalire la “nascita” della medicina di genere all’inizio degli anni ’90 nel campo della ricerca sulle malattie cardiovascolari. Bernardine Patricia Healy, appena diventata Direttrice dell’Istituto di Cardiologia dello Istituto Nazionale della Salute (NIH) degli Stati Uniti, si accorse che la ricerca scientifica in quell’Istituto era condotta solo sugli uomini e sugli animali maschi e che, a livello clinico, le donne erano sottoposte molto meno degli uomini a procedure diagnostiche e terapeutiche tipo coronarografie, trombolisi, stent coronarici. Scrisse quindi un famoso editoriale, pubblicato sul New England Journal of Medicine, intitolato The Yentl Syndrome, riferendosi a Yentl, l’eroina di un racconto di Isaac Singer del 1904 ambientato in un villaggio rurale ebraico in cui viene narrata la vita di Yentl, una giovane donna che, per fuggire alle aspettative dell’epoca, si finge uomo per accedere alla scuola ebraica e studiare il Talmud. “Storicamente, essere come un uomo è stato un prezzo che le donne hanno dovuto pagare per l’uguaglianza”, scrisse Bernardine Healy. Ancora oggi si osserva una sottostima dei sintomi da parte dei medici e delle donne stesse, nonostante siano state gettate le basi per un approccio alla medicina genere-specifica sostenuto anche dalla legge 3/2018; una legge, questa, che ci porta ad essere tra i primi in Europa ad aver ufficializzato la medicina di genere.