La pandemia da Covid 19 ha posto tutti i settori di fronte alla necessità di rivedere il concetto di rischio come una componente essenziale della propria attività.
Nell’ambito sanitario sono state particolarmente colpite dalle conseguenze della pandemia le Strutture Socio Sanitarie Assistenziali, le quali hanno assistito ad un aggravamento sempre maggiore delle proprie responsabilità sia nei confronti dei pazienti sia nei confronti degli operatori sanitari e socio sanitari in esse operanti.
Ciò anche in conseguenza del fatto che tali responsabilità siano state in passato sottovalutate o percepite in maniera errata; si pensi che la maggior parte delle RSA ha sempre inquadrato la propria attività in un ambito puramente assistenziale e residenziale escludendo in ogni caso quello sanitario.
Le strutture residenziali assolvono ad un duplice compito: sanitario da un lato e sociale dall’altro in quanto offrono ad anziani o disabili servizi assistenziali che non possono essere garantiti a domicilio. Tuttavia oggi, a seguito dei contagi e dei decessi che si sono registrati in tali realtà, è proprio da coloro che ne hanno “esaltato” la rilevanza sociale che arrivano le richieste di risarcimento danni.
Tutto ciò genera stupore e smarrimento da parte degli amministratori di queste strutture che, oltre a dover accantonare cifre importanti per un futuro risarcimento, si trovano a dover far fronte a coperture assicurative del tutto inadeguate rispetto alle attività svolte. Non solo, in un settore come quello della Medical Malpractice particolarmente povero di offerte da parte delle Compagnie di Assicurazione, si corre il rischio di non riuscire a reperire idonee coperture assicurative che possano tutelare le strutture dalle future richieste di risarcimento.
In tale ottica è importante definire le possibili aree di rischio e prevenire richieste di risarcimento attraverso un’attività di Risk Management che coinvolga tutto il personale.
Su questo aspetto la Legge n. 24/2017 – Legge Gelli Bianco ha definito l’importanza dell’attività di prevenzione dei rischi precisando all’Art. 1 comma 3 che “Alle attività di prevenzione del rischio messe in atto dalle strutture sanitarie e socio sanitarie, pubbliche e private, è tenuto a concorrere tutto il personale compresi i liberi professionisti che vi operano in regime di convenzione con il servizio sanitario nazionale”. In realtà così importanti anche dal punto di vista umano, se si considera la tipologia di pazienti presenti e l’impatto che gli stessi possano avere sul personale ivi operante, è necessario che siano chiari a tutti i processi ed i protocolli da adottare per una corretta prevenzione del rischio.

Alla luce di quanto sopra abbiamo predisposto un questionario anonimo che vogliamo sottoporre a tutti coloro che operano nelle strutture socio sanitarie al fine d valutare la percezione del rischio prima del diffondersi della pandemia e oggi in piena emergenza sanitaria.

Compila il questionario online

Le informazioni raccolte saranno elaborate e daranno luogo ad un progetto di ricerca sulla nuova percezione del rischio nell’ambito delle RSA e sugli strumenti necessari alla relativa prevenzione. Certi dell’importanza della ricerca in questo settore volta a migliorare la sicurezza delle cure, quale diritto costituzionalmente garantito, ringraziamo per la collaborazione e porgiamo cordiali saluti.

Dott.ssa Serena Bocchi

Direttore tecnico

Assimedici S.r.l.


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